giovedì 31 ottobre 2013

1a classificata - concorso "Finalmente arriva Villette"

La pagina Fb Charlotte, il romanzo si aggiudica il primo premio al concorso "Finalmente arriva Villette" ideato dalla pagina Villette&Shirley di Charlotte Bronte in collaborazione con Jane Austen e Anne, Charlotte, Emily Bronte in Italia e non solo per l'imminente uscita di "Villette" di Charlotte Bronte (7 Novembre 2013).
Ringrazio tutti coloro che hanno votato la mia immagine in concorso che riporto di seguito.


Questo il grazioso premio oltre a un'intera settimana di pubblicità per Charlotte, il romanzo.


Un caloroso grazie alle organizzatrici.
Antonella

lunedì 28 ottobre 2013

Esposizione 25 - 26 - 27 Ottobre 2013

Il 25 - 26 - 27 Ottobre i miei due romanzi erano presenti (con l'autrice ovviamente) alla 36a sagra della castagna e del tartufo di Bagnoli Irpino (AV). Le foto:

25 Ottobre 2013



26 Ottobre 2013








 27 Ottobre 2013




venerdì 25 ottobre 2013

Inky mist in a brighter night: Un tè con l'autrice #2: "Lady Susan" di Jane Auste...

Inky mist in a brighter night: Un tè con l'autrice #2: "Lady Susan" di Jane Auste...: Buongiorno a tutti! Il fine settimana si sta avvicinando, ma prima di arrivarci vorrei lasciarvi con questa seconda "puntata" della rubrica/progetto instaurato con Antonella Iuliano già circa un mese fa.Se ci avete seguito saprete già di cosa si tratta. Ai nuovi arrivati invece dico che, appunto, questo appuntamento mensile dal nome "Un tè con l'autrice" prevede la lettura di un libro, farne una recensione (una la farò io e una ne farà anche Antonella) e di seguito trarre da esso tutto il possibile, che siano citazioni, riflessioni o quant'altro, il tutto come se accadesse durante un tea party.
Il libro che ha dato il via a questo progetto è stato "Una stanza tutta per sè" di Virginia Woolf (qui trovate il post). Questo mese invece è stato il turno di "Lady Susan" di Jane Austen.

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mercoledì 23 ottobre 2013

Collaborazioni


Antonella Iuliano autrice: Collaborazioni: Presto volentieri parte del mio tempo per collaborare con case editrici, marchi editoriali, autori interessati ad avere una recensione accurata e onesta del proprio lavoro.

Leggi il resto: Qui

domenica 20 ottobre 2013

Una stanza tutta per sè

Virginia Woolf
Immaginiamo Virginia Woolf nella sua stanza a Londra. Immaginiamo questa illustre scrittrice del primo Novecento inglese osservare la sua vasta libreria. Immaginiamola mentre scorre i volumi e traccia sul suo taccuino il sentiero impervio che la donna ha dovuto attraversare per farsi strada nel folto bosco della letteratura, da sempre dominato dal sesso comunemente definito forte.
Questo è Una stanza tutta per sé: la ricerca di una donna, di una letterata, di coloro che la precedettero nell’arte dello scrivere. Un saggio, quello della Woolf, che inizia con un foglio bianco, un titolo: “Le donne e il romanzo” e una passeggiata infruttuosa in una Londra autunnale per raccogliere le idee su cosa scrivere. Ma è solo quando Virginia torna nella sua stanza, alla sua libreria, che questo libricino entra nel vivo. Ella ci conduce dal Cinquecento Shakesperiano ai suoi giorni nella ricostruzione di quella che è la genesi del romanzo femminile. Il suo percorso prende vita da una frase da lei coniata e attorno a cui ruota l’intero apparato: "Una donna, se vuole scrivere romanzi, deve avere soldi e una stanza per sé". Queste sono le due condizioni necessarie al gentil sesso per poter aspirare a diventare scrittrici e se in un primo momento la frase può apparire puramente materiale, nel percorso tracciato dalla Woolf ci si rende conto che non è così, che questa frase nasconde una verità riscontrabile nella letteratura stessa. 
I volumi del Cinquecento e del Seicento della libreria di casa Woolf non presentano nomi femminili. Questo è facilmente spiegabile. In quell’epoca per la donna era impossibile pensare di scrivere. Ella era rilegata alle sue stanze, alle sue mansioni ed era priva dei mezzi quali l’istruzione o il denaro per permettersi di scrivere. Le donne sono state sedute in queste stanze per milioni di anni, cosicché ormai perfino le pareti sono pervase dalla loro forza creativa”. Non era una creatura libera, era tenuta ben salda dalle catene della quotidianità al suo ruolo di madre, moglie, casalinga. Non le era permesso esprimersi e la sua opinione non contava. Cambiando scaffale la Woolf posa lo sguardo sui volumi settecenteschi e qui qualche sparuto nome di donna fa la sua comparsa, ma leggendone le pagine è ben evidente come il retaggio sociale impedisca alle autrici donne di esprimersi liberamente. Addirittura vengono derise dalla società maschilista. Lo scaffale dell’Ottocento al contrario pullula di opere femminili. Qualcosa è cambiato e nei grandi nomi di Jane Austen, Charlotte ed Emily Brontë, George Eliot, Elizabeth Gaskell, le autrici donne trovano il loro riscatto. La donna adesso è ancora rilegata alle sue stanze, ma è proprio in esse che tra una faccenda e l’altra, inizia a scrivere e sceglie, come forma più malleabile per esprimere la propria fantasia, il romanzo. Così la Woolf ci mostra una Jane Austen che scriveva nel salotto, stanza comune, dove veniva continuamente interrotta da intrusi, eppure caparbiamente dedita a narrare le vicende dei Bennet, di Emma, del capitano Wentworth. Ci mostra una Charlotte Brontë che non poteva permettersi di comprare troppa carta tutta in una volta eppure scrisse Jane Eyre. Una Emily Brontë che senza mai vedere il mondo oltre la sua amata brughiera scrisse un capolavoro come Cime Tempestose.
Queste donne hanno scritto nelle loro stanze seppur con poche risorse economiche, ma a differenza delle loro madri o nonne erano libere di esprimersi, anche se la società non era ben disposta nei confronti delle loro opere. Basti pensare che le Brontë pubblicarono per la prima volta con pseudonimi maschili. Molto bello è il passo che la Woolf dedica a Charlotte Brontë e al suo genio creativo: Sapeva, e nessuno lo sapeva meglio, quanto il suo genio avrebbe guadagnato se non si fosse disperso in visioni solitarie sui campi lontani; se le fosse stata concessa l'esperienza, i contatti e i viaggi. Ma non le furono concessi.” Questo mostra come la donna non fosse poeticamente inferiore all’uomo, ma semplicemente priva delle opportunità che invece erano date a quest’ultimo. Se una donna nel Cinquecento avesse avuto le stesse opportunità di Shakespeare di vivere e viaggiare ed esprimersi, probabilmente oggi leggeremmo opere di una “Shakespeare donna” dello stesso inestimabile valore e non a caso la Woolf scrive: Chi può misurare il fervore e la violenza del cuore di un poeta quando si trova prigioniero e intrappolato in un corpo di donna?”
Virginia giunge così allo scaffale del suo tempo, dove le donne sono si presenti, ma l’uomo ancora cerca di marcare il territorio come se fosse una sua esclusiva. La conclusione di questo saggio è un invito alla pace e alla libertà di espressione al di là dell’appartenenza all’uno o all’altro sesso.
La Woolf per prima dichiara di avere una rendita di cinquecento sterline lasciatale da una zia e questo le permette di uscire dalla sua stanza, in cui legge e scrive, per potersi permettere di osservare il mondo e arricchirsi.
"Datele una stanza tutta per sé e cinquecento sterline l'anno, lasciatela parlare liberamente e cancellare la metà di quel che include ora, e uno di questi giorni scriverà un libro migliore. Fra altri cento anni (...) sarà un poeta."

Antonella Iuliano


mercoledì 16 ottobre 2013

Concorso "Finalmente arriva Villette"


Vota con un "MI PIACE" questo mio collage QUI. Se vincerò verrà utilizzato per annunciare l'uscita di "Villette" di Charlotte Bronte, il 7 novembre 2013. Grazie!!
Concorso organizzato dalla pagina Villette&Shirley di Charlotte Bronte

martedì 15 ottobre 2013

Happy Red Book: Recensione: "Come petali sulla neve"

Happy Red Book: Recensione: "Come petali sulla neve" di Antonella ...: Come vi avevo detto, in sostituzione dei vari buchi temporanei delle rubriche ho deciso di smaltire un po' di recensioni, perciò eccomi ...



"E' una storia delicata, che ti entra nel cuore in punta di piedi. E' stata scritta in maniera profonda, semplice, cruda e allo stesso tempo così vera che sembra naturale che essa sia così.
Questa è la storia di due gemelli separati alla nascita, di un legame profondo che va oltre l'umana comprensione. Un legame talmente forte che riesce a superare qualsiasi ostacolo: che sia di natura economica, sociale, familiare..."

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venerdì 11 ottobre 2013

I fiori del male e Una stagione all'inferno

Dalla rubrica LibriAmo su "Fuori dalla rete" (Agosto 2013)

I FIORI DEL MALE di C. BAUDELAIRE

Charles Baudelaire
 Culmine assoluto dell'arte di Charles Baudelaire, considerato il re dei poeti e il primo dei poeti maledetti, “I fiori del male”  costituiscono una raccolta di poesie che sono una pietra miliare nel cammino della poesia moderna. Molto è già espresso nel titolo, bello ed emblematico, in cui si evidenzia un contrasto: quello tra estetica e morale, tra bene e male, tra Dio e Satana. Due sostantivi che appartengono a due ordini diversi: i fiori, elementi della natura di per sé belli e attraenti, accostati al male, alla corruzione, alla distruzione, al peccato. Poesia di forte contraddizione dunque, dove il poeta riscatta il male nell’ arte e arriva a scoprire che anche il male ha i suoi fiori. L’unico mezzo, per far si che realtà banali e volgari della natura e della carne (il male) acquistino la bellezza e la sublimità (i fiori), è la poesia. Una poesia che è anche portatrice di armonia, serenità, nostalgia. Leggendo questi versi riscontriamo che Baudelaire  era un uomo che ha vissuto sentendosi “chiamato” ora da Dio, ora da Satana, ma alla fine non ha scelto l’ inferno, come non ha scelto il paradiso, ha scelto la poesia e in essa ha espresso il suo esser uomo e il dissidio interiore tra il bene e il male. In questi versi vi si trovano il suo cuore, il suo tormento, la sua perdizione, la sua tenerezza, la sua angoscia, il suo dolore, la sua religione nascosta, il suo sentirsi dannato e forse proprio per questo eletto. Un uomo, un poeta in cui l’uomo moderno può senza dubbio trovare un riscontro.


“Il poeta è come quel principe delle nuvole,
che sfida la tempesta e ride dell’arciere;
ma in esilio sulla terra, tra gli scherni,
con le sue ali di gigante non riesce a camminare."
(da  L’albatros)


 UNA STAGIONE ALL’INFERNO di A. RIMBAUD

Arthur Rimbaud
 Considerato un capolavoro della letteratura mondiale, non solo francese, “Una stagione all’inferno” diviene fonte d’ ispirazione di artisti e correnti letterarie.
È un viaggio all’inferno fatto di rime quello in cui Arthur Rimbaud accompagna il lettore. Nella sua opera si consuma la tragedia dell’uomo: la ricerca di qualcosa che ogni volta si mostra come inafferrabile, fonte di sofferenze atroci che lo portano ad una crisi alimentata dalla società, ritenuta cieca, del suo tempo. È una poesia di rivolta, dove il poeta, abbandonato, si innalza al di sopra di tutto e si fa veggente. Rimbaud è il visionario, l’ invasato che plasma parole, che si lascia possedere dal linguaggio per potersi rigenerare in esso. Distrugge nessi logici e sintattici per riemergere dalle macerie del passato con nuove rime, sognanti, magiche, rime di forte dissenso. Spezza le catene della tradizione per una nuova libertà. A una prima lettura le sue liriche possono apparire sconnesse, a volte addirittura incomprensibili, ma lette con rinnovata attenzione le sue parole prendono la forma del suo animo tormentato e ci appare, proprio lì sulla carta, l’anima sognante e incompresa di un poeta prodigio, che cercava il suo posto nel mondo, esattamente come ogni uomo, come ogni essere dotato di spirito. Quello di Arthur è stato senza dubbio uno spirito non comune, caduto in una vita sregolata e riemerso nei versi che l’hanno consacrato all’immortalità. È una poetica difficile, come spesso lo è la vita; una poetica che apre porte immaginarie per uscire da quella realtà opprimente, che spesso non combacia con il nostro essere, per lasciarci respirare.

“Scrivevo silenzi, notti, annotavo l’inesprimibile. Fissavo vertigini.”
(da  Alchimia del Verbo)

Antonella Iuliano


Jane Eyre e Cime tempestose

Dalla rubrica LibriAmo su "Fuori dalla rete" (Febbraio 2013)

JANE EYRE
Pubblicato nel 1847 è considerato il capolavoro  di Charlotte Brontë, scrittrice inglese (1816-1855).

Charlotte Brontë
Jane è un’orfana la cui infanzia infelice trascorre a casa di una zia acquisita e poco amorevole che, per sbarazzarsi di lei, la manda a Lowood, una scuola di carità dove vigono l’austerità e il rigore morale. La disciplina e la solitudine sono le sue uniche compagne negli anni della crescita, se si esclude la prematura scomparsa di Helen Burns, la sola amica che incontra in tale luogo.
Quando ormai è quasi una donna, Jane, con il suo desiderio di conoscere il mondo e di essere indipendente, cerca, attraverso un annuncio, un lavoro da istitutrice fuori dalle mura della fredda scuola. Il destino la porta a Thornfield Hall. Qui è chiamata a prendersi cura dell’istruzione di Adèle, la figlia adottiva di Mr. Rochester.
Leggendario è l’incontro con il padrone di casa, uomo all’apparenza burbero e duro. Jane lo incontra per la prima volta lungo una scarpata, soccorrendolo dopo una caduta da cavallo.
A Thornfield Hall, con il passare del tempo, Jane per la prima volta si sente a casa e amata, ma la sua felicità è minata: in quel maniero si cela un segreto le cui grida provengono ogni notte dai meandri della soffitta; e proprio quando si scopre innamorata del suo padrone, le cose prendono una nuova e dolorosa piega, fino al giorno in cui, svelato il mistero, è costretta a fuggire, disperata, da Thornfield Hall.
Considerato uno dei capolavori letterari di sempre, Jane Eyre è un romanzo passionale, una storia che ha attraversato i decenni e conquistato cuori di lettrici in tutto il mondo per la forte carica innovativa. Jane è un’eroina diversa da ogni altra protagonista dei romanzi ottocenteschi, è una donna colta e sicura di sé, che possiede una volontà propria, uno spirito indomito, forza d’animo, carattere e dignità. Non è una bellezza bensì è dimessa e insignificante nell’aspetto, ma ama incondizionatamente ed è capace di perdonare. La sua indole sincera e la sua bontà sono ciò che conquistano tanto Mr. Rochester, un uomo apparentemente duro che grazie a lei sola mostra le sue debolezze e ritrova la speranza, quanto i lettori.
Tanti sono nel romanzo gli aspetti autobiografici che ogni conoscitore di Charlotte Brontë può riscontrare e tramite i quali apprezzare la bravura immensa dell’autrice nel romanzare aspetti della propria vita rendendoli immortali.
Jane Eyre è il classico che non può mancare in nessuna libreria.

“Non sono un uccello; e non c'è rete che possa intrappolarmi: ma sono una creatura umana libera, con una libera volontà che ora esercito lasciandovi.”(C.Brontë, Jane Eyre)



CIME TEMPESTOSE
Pubblicato nel 1847 è l’unico romanzo di Emily Brontë (1818-1848), sorella minore di Charlotte.

Emily Brontë
I narratori di questo romanzo che sa di dannazione - ma quella dannazione che nasce dal sentimento per eccellenza, l’amore - sono due: Mr Lockwood e Nelly Dean, la serva di Cime tempestose che ci riporta indietro di quarant’anni, a quando Heathcliff, zingaro, trovatello, sporco bambinetto abbandonato a se stesso, fu raccolto dalla strada da Mr. Hearnshaw e portato nella sua dimora a  Wuthering Heights (Cime tempestose), così chiamata a causa del forte vento che spazza la sommità delle terre sulle quali la dimora si trova.
Nella sua nuova casa il nostro protagonista conosce i due figli dell’uomo, Hindley e Catherine, con cui crescerà; ma se con Hindley la gelosia iniziale di quest’ultimo sfocia in odio tra i due, con Catherine al contrario nasce un amore esclusivo.
Alla morte di Mr. Hearnshaw il fragile equilibrio di Cime tempestose si frantuma. Il nuovo padrone adesso è Hindley, che si rivela un vero aguzzino verso Heathcliff, ripetutamente umiliato e sottomesso. Ad acuire le sofferenze del giovane, però, è proprio Catherine, capricciosa e viziata, quando conosce Linton, un gentiluomo della zona. La ragazza getta Heathcliff nella totale disperazione, quando decide di sposare proprio Linton, rendendo Heathcliff un uomo cinico e spietato. Ma la morte, forse vera protagonista di questo romanzo dai toni cupi e foschi, presto ritorna per prendersi sia Hindley che Catherine, e Heathcliff diventa così il solo padrone di Cime Tempestose. Ciò però non è sufficiente ad acquietare il suo cuore dilaniato dalla perdita della donna che nonostante tutto ama ancora.
Di mezzo ci sono i loro figli, gli altri protagonisti destinati a pagare le conseguenze dei rancori del passato: la giovane Cathy Linton, figlia di Catherine e Linton, e Hareton, figlio di Hindley sul quale Heathcliff esercita la propria vendetta.
Cime tempestose è la storia di un amore che distrugge, di un’ossessione, di un sentimento più forte della morte stessa.
Il romanzo è intriso delle leggende nordiche dell’Inghilterra che narrano di anime e di spiriti che non lasciano mai questa terra e tornano per chi è rimasto, per tormentarli perché non hanno pace.
Questo è ciò che accade a Heathcliff nella sua follia e nella sua disperazione.
Forte è l’urto tra odi e amori in queste pagine, e altrettanto presente è la cupa predestinazione dei protagonisti.
Forse è la più bella e violenta storia d’amore mai scritta, romantica e raggelante, passionale e disarmante, eternamente tragica, e certo sorprende sapere che la donna che la scrisse, nella sua breve esistenza, non conobbe mai l’amore.
Un classico che è una pietra miliare nella narrativa femminile di tutti i tempi. 

“Il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce nascoste ed immutabili; dà poca gioia apparente ma è necessario. Nelly: io sono Heathcliff! Egli è stato sempre, sempre nel mio spirito.” (E.Brontë, Cime Tempestose)

 Antonella Iuliano

venerdì 4 ottobre 2013

Inky mist in a brighter night: Un tè con l'autrice #1: "Una stanza tutta per sè" ...

Inky mist in a brighter night: Un tè con l'autrice #1: "Una stanza tutta per sè" ...: Buon pomeriggio a tutti cari lettori! Quest'oggi voglio introdurvi una nuova rubrica, chiamiamolo anche un nuovo "progetto" pensato, ideato e realizzato insieme alla scrittrice Antonella Iuliano.
Un tè con l'autrice consiste nel leggere ogni mese un libro, recensirlo e trarre da esso il più possibile e condividerlo con voi. Ogni volta vi daremo due recensioni, in modo che voi abbiate due punti di vista differenti (che siano uguali o discordanti lo si vedrà soltanto a lettura ultimata), ed in più ci diletteremo con le citazioni, tratte ed ispirateci dal romanzo. Il tutto corredato da una buona tazza di tè, un tè scelto per l'occasione ed ogni volta diverso.

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Antonella Iuliano autrice: Un tè con l'autrice




Antonella Iuliano autrice: Un tè con l'autrice:   "Un tè con l'autrice" è una nuova rubrica che mi vedrà protagonista sul blog Inky mist in a brighter night . Ogni mese recensirò un romanzo a cui verrà abbinato un tè. Seguiteci, perchè saranno letture davvero gustose ...

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mercoledì 2 ottobre 2013

Citazioni da "Charlotte" (parte 2a)



"Le cose non accadono per caso e se un bel giorno ti sei imbattuta in un libro e il destino ha voluto suscitare in te la curiosità di leggerlo, beh, questo forse può essere un segno". (A.Iuliano, Charlotte)
 "Charlotte si era spesso chiesta perchè i romanzi contemporanei non erano tra quelli che lei poteva scegliere per le sue letture e quando, qualche tempo prima, aveva posto questa domanda alla sua mentore, la risposta che aveva ricevuto in cambio era stata che solo nei classici avrebbe trovato il necessario per farsi le ossa."  (A.Iuliano, Charlotte)

"Chiesero a Charlotte cosa facesse nella vita e a quella domanda lei avrebbe voluto rispondere con una sola parola: leggo!" (A.Iuliano, Charlotte)